Capisco la rabbia, capisco la delusione, capisco lo sconforto… capisco tutto, lo stesso l’ho provato anch’io, ma gufare, essere felici di aver perso per sottolineare le colpe di Lotito e l’allontanamento dalla stessa Lazio… Bhe, allora non capisco più.

 Facile salire sul carro dei vincitori e scendere quando questo fa una brusca frenata.

Possibile che quando vince, la Lazio è di tutti e quando si perde è solo di pochi? Ciò sottolinea i limiti di una tifoseria a tratti bipolare, che preferisce scomparire piuttosto che affrontare il giorno dopo da quello che si è: perdente.

Lo dico a chi ora se la prende con Inzaghi.  Ha messo in campo la migliore formazione, che altro doveva fare?

O chi inveisce contro quelli che fino a ieri, chiamava beneamini, gli undici in campo. Non vi pare un pò presto per tirare le somme? Aspettiamo fino alla fine, perché già so che un ipotetico piazzamento in Champions…uhhh, quanti pseudo laziali farà risorgere! 

Capisco la rabbia, capisco anche le innumerevoli bestemmie all’indirizzo biancococeleste, la partita è stata a tratti imbarazzante e fa male da morire uscire con un avversario alla portata, perché dire “inferiore”, è una spocchia davvero sciocca.

Tre gol presi in nemmeno 20 minuti, vogliamo mettere che è stato concesso un rigore inventato? Ok, un rigore inventato, ma l’eliminazione è stata meritata. E sapete perché? Per un semplice fatto: nel calcio si vince e si perde in soli 90 minuti. Regola scritta sulla pietra a cui tutti dobbiamo sottostare.

3 reti prese come polli in 4 minuti, mille occasioni buttate alle ortiche , voragini difensive, segno che non puoi avere aspirazioni maggiori ed è giusto che vai a casa.

Capisco la rabbia. Cavolo se la capisco.

La spirale in cui non bisogna cadere adesso però, è quella del “disfattismo universale” dimenticando ciò che è stato prima del Salisburgo che passerà come è passato tanto altro e tanto peggio.

L’errore fatale sarebbe dimenticarsi da dove è partita questa squadra insieme al proprio mister e dove è arrivata, data per spacciata eppure da due anni tra le migliori 5 forze in campionato, vincitrice di una Supercoppa dopo aver giocato la finale di Coppa Italia e soprattutto, sappiamo che valore ha avuto, in grado di espugnare lo Stadium battendo la Juventus in casa propria.

L’ Europa League poteva dare ancora tanto, è andata diversamente ce ne faremo una ragione.

Non dimenticate che questa Lazio vi ha evocato i tempi belli di Cragnotti, delle grandi speranze,  paragoni che sono andati a toccare i “mostri sacri” del passato e che ha trasformato lo stadio, da desolante ad apoteosi di biancazzurra.

La Lazio è amore, la Lazio è vita e proprio come l’amore e la vita, ogni tanto delude, ti fa arrabbiare. 

Pseudo tifosi dico a voi: la Lazio non si tocca, laziale nel bene, laziale nel male! 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *